Progetto realizzato con il contributo del Programma di sviluppo rurale 2014-2020
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali




Progetto realizzato con il contributo del Programma di sviluppo rurale 2014-2020
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali
Un progetto a valere sul PSR 2014 - 2020 per ciò che attiene alla Misura 16.1 - Sostegno alla creazione e al funzionamento di gruppi operativi del PEI - FA 2A. DGR 727/2019. Un progetto con capofila Confagricoltura Liguria e partners progettuali: CREA; Az. Agr. Andrea Mansuino; Az. Agr. Flavio Sapia; Biancheri Creazioni; Nirp International.
Obiettivi del progetto:
Sono perseguiti i seguenti obiettivi: a) creazione di una piattaforma biotecnologica per piante ornamentali; b) creazione di un parternariato pubblico privato per rafforzare il lavoro di ibridazione; c) rafforzamento delle sinergie per pervenire ad un prodotto qualitativamente superiore in tempi ridotti. Le aziende individuate nella prima fase, interessate al settore dell'innovazione biotecnologica a supporto del breeding tradizionale, creeranno un G.O. i privati integreranno le proprie conoscenze, risorse e necessitá con le risorse conoscitive della ricerca pubblica al fine di diminuire i tempi di ibridazione a vantaggio di tutto il settore ornamentale.
Descrizione delle attività:
Si prevedono 6 azioni così identificate: 1-coordinamento; 2-analisi dei processi aziendali e ottimizzazione (a-verifica delle procedure aziendali per identificare i settori di intervento, b-attività di coordinamento del personale aziendale da parte dei ricercatori CREA); 3-utilizzo piattaforma di metodologie in vitro (specie: Anemone, Garofano, Ortensia, Ranuncolo, Rosa, Salvia); innovazioni tecnologiche: embryo rescue, androgenesi, conservazione del polline, mutagenesi, poliploidizzazione; 4-studio di fattibilità di approccio in biologia molecolare a supporto delle conoscenze genetiche; 5-divulgazione RRN; 6-divulgazione alle aziende.
Descrizione del contesto del progetto:
La floricoltura ligure ha radici profonde e rappresenta ancora oggi una voce importante dell'economia agricola regionale; la Liguria è a sua volta la prima regione italiana nel florovivaismo.
Tra le ragioni storiche di questo primato sicuramente il clima favorevole è stato fondamentale, ma su di esso si è ben presto innestato il grande ingegno dei liguri che hanno dato origine ad una stirpe di floricoltori altamente specializzati che, non contenti di coltivare con sapienza, hanno iniziato già un secolo fa a migliorare le varietà floricole con paziente lavoro di ibridazione.
Ovviamente il territorio ligure non avrebbe mai permesso lo sviluppo di grandi aziende di produzione estensiva, e pertanto l'unica possibilità dei nostri agricoltori è stata quella di specializzarsi nell'arte e nella scienza di quella che si può considerare un'attività economica a grande rischio, la ricerca in agricoltura in una filiera di nicchia come quella florovivaistica.
A un evidente fabbisogno, cioè la necessità di trarre profitto da terreni inospitali, i nostri floricoltori hanno risposto nell'arco di due o tre generazioni sviluppando produzioni di altissima qualità e, soprattutto, selezionando nuovi ibridi, in concorrenza con quelli provenienti dall'estero. Nuovi ibridi "liguri" sono stati via via ottenuti negli anni e, proprio per il fatto di essere ibridati e selezionati nella nostra terra, hanno molto spesso superato i concorrenti esteri in quanto perfettamente adatti alla coltivazione nel nostro clima. Gli ibridatori liguri hanno creato e tramandato nelle generazioni un vero e proprio "movimento" che ha raggiunto grandi livelli di professionalità su tante coltivazioni importanti nella nostra regione, quali garofano, rosa, ranuncolo, anemone.
Informazioni aggiuntive:
Siamo di fronte ad uno scenario nel quale si trovano ancora moltissime aziende florovivaistiche di grande potenziale qualitativo, ma quasi sempre troppo piccole e senza motivazione e risorse per reagire, e alcune aziende storiche di miglioramento genetico nelle specie floricole più importanti, le quali pur possedendo un patrimonio inestimabile di conoscenza e germoplasma, hanno comunque dimensioni troppo piccole per essere competitive con le multinazionali della ricerca e non hanno risorse né economie di scala per dedicare attenzione ai produttori locali. Si ritiene che sia ancora possibile cercare di invertire la tendenza, perchè le basi aziendali sono sane, e pertanto stimolando le aziende di ibridazione a collaborare formalmente con una progettualità coordinata ed avente per obiettivo il recupero della competitività del settore, si potrebbe reinnescare un ciclo virtuoso per tutta l'economia floricola del ponente ligure.
A fronte di produzioni massificate in paesi africani o sudamericani, che ormai esportano in tutto il mondo (Italia compresa) fiori standardizzati che sono considerati alla stregua di "commodities", il ponente ligure può ritrovare competitività proprio grazie a varietà pregiate su specie importanti ed anche su specie relativamente nuove, magari non ancora coltivate nei paesi sopra menzionati. Tale lavoro può essere solamente sviluppato su iniziativa degli ibridatori liguri, che riuniti in forme associate possano darsi obiettivi ambiziosi e trovare economie di scala nella ricerca, nella comunicazione, nella commercializzazione.
Contributo del progetto alla soluzione della problematica:
Le aziende aderendo al progetto ed accettando di associarsi in un “contratto di rete” od altra forma associata, hanno scelto pertanto di collaborare e realizzare sinergie non in concorrenza, e. il beneficio per le stesse è evidente sia a livello di parametri economici che a livello di miglioramento dei processi e dei prodotti.
La soluzione che si ipotizza è il raggiungimento di una condizione di maggiore efficacia ed efficienza delle aziende di ricerca privata, tali da sviluppare nell'ambito associato progettuale nuove varietà ornamentali, anche selezionate appositamente per le produzioni del ponente ligure. Malgrado i fattori di crisi già enunciati, e la situazione sicuramente difficile del settore, si ritiene che la ricerca e l'innovazione possano costituire elemento di rilancio nel giro di pochi anni, in considerazione dell'importantissima tradizione esistente e della evidente strategicità del miglioramento genetico nelle mondo delle ornamentali.
Così come nel secolo ventesimo gli ibridatori hanno costituito il fiore all'occhiello del florovivaismo ligure, producendo molte varietà apprezzatissime dai produttori e dalla filiera commerciale, oggi ancora è grande l'esigenza di innovazione varietale, tale da far pensare che opportuni investimenti coordinati, volti allo sviluppo di tale attività, comportino importanti ricadute su tutto il comparto.
Ciò sarà possibile se le aziende private di miglioramento opereranno in sinergia e si rinforzeranno, aumenteranno la propria capacità di ottenere ed introdurre varietà più performanti, anche idonee alla coltivazione nel territorio, ed inizieranno ad investire insieme in metodologie e processi di genetica avanzata (cosa molto onerosa per le singole realtà) che ne ottimizzino i processi.In pratica ciò significa minori costi e maggiori ricavi per le imprese del comparto, maggiore competitività sui mercati che sono sempre più avidi di innovazione, rilancio della filiera in tutte le sue componenti.
Nell’obiettivo del progetto si evidenziano non solo il miglioramento dei caratteri agronomici e commerciali delle specie oggetto di ricerca, ma anche caratteristiche innovative di minori esigenze di concimi chimici e di trattamenti difensivi contro le malattie (tolleranza a patogeni e minor impatto ambientale), di maggiore produttività anche in condizioni climatiche non ottimali (tolleranza alla siccità, crescita a freddo) e pertanto con minori fabbisogni idrici ed energetici.
Particolare attenzione infatti sarà data anche a quei settori di ricerca in floricoltura come la fisiologia e il post raccolta che possono integrarsi al miglioramento varietale per ottimizzare le rese produttive con una maggiore sostenibilità economica ed ambientale.La sostenibilità è intesa quindi anche come effetto economico sulle imprese che beneficeranno dei prodotti risultato del progetto, per delle attività di produzione più adatte al clima peculiare della riviera e che risulteranno quindi meno costose
La sostenibilità economica viene inoltre vista come l’economia di scala della quale la rete o altra forma aggregativa che si formerà, usufruirà per portare avanti i programmi di ibridazione in tempi più brevi e con tecnologie più avanzate.
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