Progetto realizzato con il contributo del Programma di sviluppo rurale 2014-2020
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali
“L’anno cha va a chiudersi – sottolinea il presidente ligure di Confagricoltura, Luca De Michelis – porta con se molte novità, tante ombre e poche luci”.
Un anno contraddistinto sicuramente da problematiche geopolitiche e climatiche che in Liguria, più che altrove, hanno lasciato il segno. Dal perdurare della crisi energetica, conseguente al conflitto russo – ucraino, con conseguenti costi di produzione lievitati sempre più, specie per il comparto serricolo (florovivaistico in particolare), al maltempo che tra siccità, grandinate e dissesto idrogeologico ha causato moltissimi danni all’agricoltura di casa nostra. A completare il quadro delle difficoltà del comparto il perdurare dell’emergenza PSA e le problematiche fitosanitarie legate alla peronospera in viticoltura e soprattutto alla cecidomia in olivicoltura.
“Un 2023 - ha continuato De Michelis nel suo messaggio di fine anno – contraddistinto da tante novità. Il primo gennaio 2023 – prosegue - è il giorno in cui è entrata in vigore la nuova PAC, 2023/2027, con il taglio “green” che era stato dato al testo, ma come tutte le cose, col tempo, c’è stato modo di adeguare i temi europei alle necessità italiane (quasi tutti…). E nel corso dell’anno si è arrivati alla definizione della nuova politica di sviluppo rurale che qui, più che altrove, ha un ruolo chiave nell’accompagnare il comparto alle sfide degli anni futuri”.
“Dai primi dell’anno poi uno dei temi forti – continua De Michelis - è stato quello di cercare, come Confagricoltura di trovare giusta risposta, nel dialogo con gli istituti di Credito, alle problematiche delle imprese legate ai crescenti prezzi delle materie prime, specie in florovivaismo. Tra mercati impazziti dalla geopolitica e nuovi progetti all’orizzonte anche il 2023 è stato, specie per il comparto dei fiori e delle piante, un anno di montagne russe per quanto riguarda i prezzi al produttore”.
A febbraio ha fatto tanto discutere la misura europea sull’utilizzo libero di farine animali (da insetti in particolare) per la realizzazione di prodotti alimentari. L’Italia ha risposto con un decreto che ne vieta l’utilizzo per la produzione di alimenti made in Italy, “e – ricorda il presidente ligure di Confagricoltura – in tema di tutela della qualità dei nostri prodotti, fa piacere annoverare il successo del riconoscimento dell’IGP per l’oliva taggiasca”
Da aprile è tornato l’incubo peste suina. Tante le misure intraprese, a partire dalla nomina di un Commissario Straordinario con il compito di guidare la regia, per niente facile, regione per regione. Se Lombardia e Liguria hanno investito nelle recinzioni, in altre zone si è chiesta l’intensificazione degli abbattimenti, come in Toscana.
Un passo in avanti per l’agricoltura del futuro è stato fatto a giugno, con la approvazione del decreto legge che anche in Italia permette l’utilizzo, in via sperimentale, delle biotecnologie in agricoltura (le cosiddette TEA). Se da un lato si va avanti per la ricerca, dall’altro torna a far discutere il Nutriscore, già adottato in diversi Paesi, tra cui la Francia. Oltre a questo, che non fa per niente contenta l’agricoltura italiana (prodotti come l’olio extravergine d’oliva non hanno il bollino verde), dall’altro peggio quello che è successo in Irlanda dove l’UE ha permesso l’utilizzo di etichette nell’alcol, quindi anche nel vino, in cui si demonizza il prodotto utilizzando parole come “cancerogeno”.
Agosto sarà ricordato nel 2023 per una parola che è stata insieme l’incubo di tutta Italia: peronospora. Il fungo killer nei mesi proprio precedenti i raccolti ha “vendemmiato” quasi il 70% dell’uva italiana, per fortuna investendo poco il nostro comparto vitivinicolo ligure che ha segnato, invece, un’ottima vendemmia con eccellente qualità. Decisamente peggiore sorte è toccata anche all’olivicoltura poco dopo: il clima è letteralmente impazzito e anche sul fronte olive la perdita è stata notevole, anche, se non soprattutto, almeno a Levante, a causa della cecidomia che ha letteralmente polverizzato buona parte della produzione. Campagna olivicola scarsissima, e, drammaticamente, in linea con gli ultimi tre anni.
Il 2023 si è chiuso con la definizione dello sviluppo rurale che accompagnerà la nostra Regione con 207 milioni di euro nel periodo 23 - 27.
E’ Confagricoltura Liguria?
E’ ancora il presidente De Michelis ha delineare un quadro sintetico del tanto lavoro fatto dalla “sua” Organizzazione.
“Abbiamo lavorato su più fronti, sempre in contatto con le Istituzioni, a partire dalle proposte concrete per far fronte all’emergenza PSA che ci hanno portato a proporre coraggiose “idee” che travalicano, nel superamento dell’emergenza fauna selvatica, dalla cogenza della Peste Suina. Ricordiamo poi la forte azione di supporto all’ottenimento dell’aumento dei diritti di reimpianto in viticoltura, che consentiranno di ampliare le superfici vitate liguri.
Non vanno dimenticate – continua De Michelis – le ‘azioni’ sindacali con proposte portate in commissione consiliare regionale sul tema della siccità, sul tema energetico, legato alla possibilità di realizzare autoproduzione da fonti rinnovabili, sul tema dell’ingiustificato contributo Conai sui vasi di plastica, senza dimenticare il successo ottenuto sulla rivisitazione degli estimi catastali nell’imperiese”.
“IGP della Taggiasca, promozione dei prodotti liguri attraverso una campagna media realizzata in autunno in televisione, trentadue corsi di formazione realizzati per oltre 320 operai agricoli, progetti di ricerca in floricoltura con CREA, Università di Genova e le principali aziende di ricerca liguri – questi altri temi/obiettivi realizzati, prosegue il presidente ligure di Confagricoltura – senza dimenticare il contributo sempre propositivo su grandi e ‘spinosi’ temi, dal rigassificatore, con l’impatto sul territorio e sull’agricoltura, al tema della logistica con i pareri sul raddoppio della ferrovia di Ponente; dalle coraggiose proposte di semplificazione del nuovo PSR, alla costante difesa del territorio e del ruolo sociale del verde pubblico, dalla battaglia sulla TARI applicata agli agriturismo fino alla stipula di accordi per il riuso produttivo delle foreste abbandonate”.
E nel futuro? “Dal 1 gennaio, con l’unificazione delle Unioni liguri nell’unica Confagricoltura Liguria – chiude De Michelis – cerchiamo di essere sempre più sindacato di progetto, adatto a tempi, aziende e mercati che ormai ‘superano’ il 4.0. Che il 2024 sia davvero l’anno del consolidamento dell’agricoltura ligure”.
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